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DATI ALLARMANTI SULLA LETTURA DI LIBRI IN ITALIA
Anche quest’anno in calo i lettori di libri, un dato sconfortante che conferma l’impoverimento culturale del Bel Paese e la tendenza a divenire tutti automi, senza una propria coscienza e delle convinzioni personali.
Le favole sulle vendite prima di Natale.
Fino a qualche giorno fa si leggeva ovunque di come il libro fosse uno dei prodotti che meglio avevano retto come vendite durante il periodo pre-natalizio, dell’incredibile quantità di persone che avevano fatto la fila per partecipare alla fiera della piccola e media editoria “Più libri più liberi” (interessate in verità più alla sede della manifestazione, “La Nuvola” di Fuksas straordinariamente aperta al pubblico, che alla fiera di libri) e al tempo stesso i telegiornali mostravano immagini di librerie straripanti di pubblico (sarebbe stato interessante indagare sulla datazione di tali filmati) e interviste a persone che giuravano di aver acquistato regali utili quali capi d’abbigliamento o intelligenti come un buon libro.
La triste realtà dei dati Istat sulla costante diminuzione dei lettori di libri in Italia.
Leggendo certe notizie su cui avevo già espresso, sia verbalmente sia per iscritto, molti dubbi, e avendo una buona esperienza di come vanno le cose nel settore editoriale sono rimasta ad aspettare notizie più rispondenti al vero. Esse sono arrivate a soli 2 giorni dalla fine della kermesse di marketing a cui ci hanno abituato i media e, in particolare, chi dovrebbe fornire notizie vere.
Secondo i dati Istat i lettori di libri in Italia sono in diminuzione costante: dal 42% nel 2015 al 40,5% nel 2016. Le persone che non hanno letto neppure un libro di propria iniziativa (quindi non per dovere scolastico o professionale) nei precedenti 12 mesi si aggirerebbero sui 23 milioni. Una famiglia su 10 non ha in casa neppure un libro e chi ne possiede al massimo un centinaio sarebbe il 63,2%. Ma ciò che più intristisce è scoprire che tra i possessori maggiori di libri almeno una persona su 5 non ha mai letto neppure una pagina di tali volumi.
Si registra una diffusione molto lenta e in leggero aumento di e-book e di prodotti editoriali digitali ma il costante incremento del disinteresse nei confronti della lettura è, a mio parere, un dato molto allarmante.
Verso un mondo di automi ebeti.
Leggere sempre meno indica una chiusura di vedute, di orizzonti, di capacità critica. Così facendo, la società si sta trasformando in un esercito di automi non pensanti, che non hanno la capacità di saper scegliere e valutare qualsiasi cosa, che si tratti di un ideale politico o di un oggetto da acquistare quale un semplice dentifricio. Giorni fa la Mondadori ha espresso preoccupazione circa lo strapotere che sta acquisendo Amazon nel mondo delle vendite editoriali, accusandolo di essere la causa scatenante della chiusura di tante librerie. Forse Mondadori e gli altri grandi gruppi editoriali si sono scordati di come i loro mega-store abbiano distrutto in un passato non lontano le piccole librerie ben prima di Amazon. È la dura legge del mercato, il più grande divora il più piccolo o, nel migliore dei casi, lo assorbe. E in questa guerra legata al dio denaro, chi ci rimette è il libero pensiero, i contenuti reali, la capacità di scelta e di critica.
Un’altra recente polemica nel mondo della pubblicità mi ha lasciato alquanto basita. Riguardava alcune frasi utilizzate da una ditta produttrice di gioielli che sono state interpretate come sessiste e lesive nei confronti dell’universo femminile. Sinceramente non mi erano parse espressioni così gravi, non più dell’esibizione mercificatrice di tanti corpi nudi femminili in ogni genere di pubblicità.
Quello che invece mi ha notevolmente scandalizzato a livello pubblicitario è la totale assenza di critiche allo spot di un’automobile in cui si esalta la capacità di frenata automatica della vettura che si inchioda da sola durante l’attraversamento della strada da parte di un bambino, totalmente ignaro del pericolo. Lo spot si conclude con l’incitamento a “lasciarli sognare” riferendosi al bambino che non si preoccupa minimamente di guardarsi intorno e pure all’automobilista, di cui così si giustifica anche la evidente distrazione. Lo considero un messaggio assolutamente diseducativo!
In tutti i settori è stata attivata un’azione persuasiva molto pericolosa, diretta soprattutto alla popolazione più giovane, che incita a lasciarsi trasportare, a essere completamente irresponsabili, tanto alle necessità ed esigenze di tutti pensano le macchine, i pc ecc.
Siamo destinati a diventare un mondo di automi completamente inebetiti?