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Complesso dell’ex Cartiera Latina | Via Appia Antica 42 | ROMA |

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Le edicole sacre appaiono oggi come un elemento devozionale e decorativo alquanto statico ma le loro lontanissime origini e molti fatti del passato dimostrano una situazione ben diversa.

L’intervento della storica dell’arte Cinzia Martini sulle origini delle edicole sacre.

L’incontro, tenutosi domenica 28 maggio nella ex-Cartiera Latina nel Parco Regionale dell’Appia Antica, ha avuto inizio con l’intervento della storica dell’arte Cinzia Martini che ha sottolineato come già ai tempi degli antichi Egizi e successivamente nelle società micenea, ellenica e poi romana, siano sempre state presenti queste immagini devozionali e protettive, inizialmente pagane e successivamente cristiane. Un esempio primordiale può essere costituito dalle leonesse della porta di ingresso alla città di Micene. Ma altri esempi più simili alle nostre edicole sono i lari romani, altarini illuminati presenti agli angoli di molte strade, o gli altarini creati all’interno delle abitazioni romane. Le immagini sono apparse su ogni tipo di oggetti come, ad esempio, il volto del SS. Salvatore inciso su un peso romano posto su una colonna crucifera. Quella dei simboli devozionali non è una tradizione esclusiva della civiltà occidentale. Cinzia Martini ha mostrato un esempio di come ancora oggi coesistano sacro e profano in una parte del mondo lontana come il Perù dove troviamo immagini di S.Michele Arcangelo del XVII secolo e simboli di croci su case recenti di fianco a numi tutelari quali statuine di animali.

La movimentata storia delle edicole narrata dalla autrice/editrice Maria Cristina Martini.

Riferendosi a temi più recenti, intendendo con essi gli ultimi secoli, l’autrice/editrice della serie di libri MADONNELLE ha preso spunto dalle sue ricognizioni in giro per Roma per sottolineare come le edicole sacre siano state in passato degli elementi tutt’altro che statici. Le edicole stradali hanno sempre avuto funzione di contraltare popolare alla fede ufficiale ma quando certe immagini hanno finito con l’essere considerate fonte di miracoli e ad avere capannelli di fedeli intorno, la Chiesa ha puntualmente preferito rimuoverle dalla strada e trasferirle all’interno di un luogo di culto, se non costruirci una cappella intorno. Durante la Prima Repubblica Romana, i Francesi presero a sfregiarle, colpirle con sassate per dimostrare la propria avversione nei confronti del Papa e costrinsero i romani a spostarle più in alto, a proteggerle con coperture metalliche o a rimuoverle del tutto. Medesime scene avvennero durante la Seconda Repubblica Romana anche se in questo caso a colpire le Madonnelle furono i rivoluzionari e i romani stessi. Poi è stata la volta dei lavori di demolizione che hanno distrutto molti fabbricati e con essi le edicole sopra apposte, che solo in alcuni casi sono state messe in salvo e rimontate altrove. In particolare ciò è avvenuto durante il periodo della unità d’Italia con la gestione sabauda e la trasformazione di Roma in una città con nuove vie e piazze, più idonee per una capitale, e durante il ventennio fascista con la creazione di grandi strade in stile imperiale. L’incontro sulle edicole sacre si è concluso con un accenno alla difficile situazione i cui versano attualmente, a causa della quasi totale assenza di manutenzione e con un invito a occuparsene quanto prima per evitare che vada definitivamente distrutta una parte caratterizzante del nostro patrimonio artistico e culturale.